COME CRISTALLO
 
La mia posizione è invidiabile. Immagina una vita rivolta all’interno di questa casa, ma anche verso il mondo esterno: un confine siliceo, alla finestra. Una fortuna vivere nell’incertezza: non so quale delle due realtà sia quella inconsistente.
In giornate come questa, quando la pioggia mi trasforma in quadro liquido, la mia trasparenza lascia filtrare sogni tra queste mura.
Mentre il tempo passa, mi basta strappare col pensiero i rami più alti agli alberi di fronte per tornare indietro nella memoria.
Uno sguardo azzurro e giovane mi supera e va oltre le piante, ancora arbusti, fantasticando di fucili, archi di nocciolo e altro ancora, ma non ne fa parola con nessuno.
Mi dispero per quello che succede dentro queste mura, vorrei portarlo fuori a giocare, e mi dispero per il mondo-fuori, che vorrei portare al riparo qui dentro.
Come cristallo cado in frantumi, ora che lo osservo cresciuto, gioca solo tra gli alberi.

 
(re-post di mezza estate o di San Lorenzo, come preferite)

37 pensieri su “

  1. No, non è una posizione invidiabile, per me.
    Ma forse sono nata sotto la stella sbagliata per poter vivere (nel)l’incertezza.
    (Spero almeno non sia una stella cadente :)

  2. Ciao Max:
    ..grazie!

    Undu:
    citi uno dei mie scrittori preferiti.
    grazie due volte ;)
    (Quale sarà il tuo avatar di oggi?)

    Majara:
    non è detto che una posizione invidiabile coincida con un’esistenza invidiabile.
    Ma … proprio la notte di S. Lorenzo decidi di nascere sotto una stella? :O))))))))

    Sgnapis:
    grazie, a volte c’è la necessità di alleggerire i pensieri pesanti.

  3. Effetto blog: anche cose bellissime, come questa, svaniscono nella memoria dei più quando il nuovo post scalza quello del giorno. Pochi considerano un blog come un libro, che si può riaprire e rileggere.
    Un peccato, per tutto quello che va virtualmente perduto.
    Ma forse anche un vantaggio: le cose belle, con un “re-post” (così l’ha chiamto Crono) ri-diventano anche nuove, e se ne gode più volte.
    E questo cristallo merita di vivere e rivivere molte volte. Di frammentarsi in mille riflessi (qui la corda dell’arco di nocciolo, lì uno scampolo di fucile) e ricomporsi ancora e ancora. Come nella memoria “vera”.
    Spero ci siano state molte stelle nella tua notte di S. Lorenzo, Crono.

  4. E’ bello ri-proporre di tanto in tanto frammenti di memoria, come schegge impazzite che sferragliando si ri-compongono, formiche su un foglio che ri-disegnano quell’ordine che un accadimento estemporaneo ha fatto deragliare, scompaginandone per poco l’andamento. La stoffa dei nostri ricordi è intessuta del filo dei nostri gesti e della sequenza dei nostri discorsi, strampalati, assenti o pienamente veri.
    Un blog è anche questo, un catalogo di sensazioni passate, articolazione di istanti che vengono richiamati sul palcoscenico per ri-vivere una seconda volta, dramma o comoedia (questo non è dato a noi dirlo). Baluginano attraverso la scrittura lievi felicità che non hanno tracce di fuliggine, ecc. ecc.

    Insomma tutto questo per dirle che il post mi è ri-piaciuto, spero si sia capito.
    Bacioni!

  5. “Io abito la Possibilità”, così Emily in una casa “più ricca della prosa” in cui le finestre sembrano diaframmi. Perché non affidarsi a questa trasparenza?
    L’ubiquità non si possiede, ma si può immaginare.

  6. Arimane:
    grazie;
    per le stelle, ne avevo vista stanotte una grandissima e incredibilmente lucente, poi a ben guardare ricordava una trottola, un attimo dopo una croce: a quel punto ho capito che qualcosa non andava nella vista (mia): infatti erano le luci di un piccolo aeroporto vicino
    vabbè!

    NonCorrere:
    antipatico!
    Incredibile come si riesca a non dire pur con un discorso lunghissimo ;)

    Bacioni!

    Sabancaya:
    Si può immaginare e guadagnare in leggerezza, sì.
    grazie per la bella citazione, mi permetto di riportare per intero:

    Io abito la possibilità
    Una casa più bella della prosa
    Ha più finestre
    E porte più grandi

    Ha stanze come cedri
    Che l’occhio non espugna
    E per soffitto perenne
    La volta del cielo

    Come visitatori, i migliori
    E per occupazione, questo:
    aprire del tutto le mie piccole mani
    per accogliere il paradiso

  7. una finestra di vetro sposta sempre la linea ottica. non consente prospettive, è necessario mettersi di fronte all’immagine per guardare la sua realtà. cosa accade a quello che guardiamo, quando l’immagine attraversa uno strato di vetro?

  8. Ooooh. L’altra volta avevo scritto:

    Questo post direi è cristallino. E sottolinerei la frase Mi dispero per quello che succede dentro queste mura, vorrei portarlo fuori a giocare, e mi dispero per il mondo-fuori, che vorrei portare al riparo qui dentro che è bellissima e molto dolce, perdipiù se pensi che è un vetro a dirla :)

    stavolta invece vorrei scrivere:

    Questo post direi è cristallino. E sottolinerei la frase Mi dispero per quello che succede dentro queste mura, vorrei portarlo fuori a giocare, e mi dispero per il mondo-fuori, che vorrei portare al riparo qui dentro che è bellissima e molto dolce, perdipiù se pensi che è un vetro a dirla :)

  9. Lemma: e non parliamo del cristallino, in questi giorni ;)
    grazie

    TendaRossa:
    uhm… :)

    sei ufficialmente avvisato che se metti ancora in giro la voce che mi nutro solo di alghe (e vivo nei paesi dei pupazzetti) ti aro il blog.

  10. Nebbie:
    grazie, forse dopo certi pensieri-rimuginamenti ci si può allontanare con più leggerezza facendo quel “salto”, che una mia cara amica chiama “l’inarcatura di senso”
    ;)

    Ciao Perla!
    invidiabile non so, però il cristallo mi ha detto vorrebbe viverla con dignità.

    Elis:
    :))))
    ma che bella citazione, sai che ho un debole per queste cose!

  11. Synesius:
    prego, tra le altre cose mi aveva colpito l’immagine delle “zampe che dattilografano l’aria”

    Giulia:
    ti ringrazio ma, smetti smetti, è vacanza!
    a prsto
    lucia

    Sinforosa:
    :)
    ciao

  12. Innanzitutto è una cosa poeticissima, questa bilocazione dello sguardo, al di là e al di qua del “confine siliceo”, e il potersi vedere come un “quadro liquido”. Certo, essere dentro e fuori, questa perdita di confine, comporta qualche rischio: di sentirsi inconsistente.
    Sulla “disperazione” per la mancata osmosi tra l’esterno e l’interno devo riflettere, capire. Portare dentro, portare fuori… Mi ci vorrebbe una casa più grande, e un mondo più piccolo.

  13. Cara Lemma, ma anche cara Label,
    avere la capacità di vedere dentro e anche fuori sarebbe un’esperienza preziosa, forse dolorosa.

    Rottami e anche Violini:
    sì.
    :)

    Uno ma anche l’Altro:
    la foto l’avevo travata in un bellissimo sito di polaroid che putroppo non rintraccio più.

    Proteus:
    eh sì: sono traslochi difficili :)

    (grazie…)

    Cristina:
    :)

    inspirazioni ed espirazioni, un esercizio continuo

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